Giovanni Martina Dosi, Vanni per gli amici, nasce in Friuli a Tauriano appena sotto la catena montuosa delle Dolomiti Carniche. E’ il 1955.

La famiglia si trasferisce prima a Udine e poi a Milano, ma ha già dodici anni e il forte marchio di una natura dominante sulla vita degli uomini lo ha già segnato nell’animo.

A Milano viene iscritto al Liceo Artistico Statale di Brera dalla madre, sensibile all’ardente amore del figlio per le arti figurative.

Il fermento ideologico, sociale e politico dei primi anni Settanta, nel quale Vanni si inserisce subito nel contesto scolastico e politico, spaventa i genitori e li induce a porre condizioni alla vita del figlio, il quale si allontana dal nucleo familiare. Sopravvive in quel periodo attraverso lavoretti saltuari e vendendo disegni e quadri di fiori e paesaggi.

Deluso dalla esperienza politica e dai pretesi amici, rientra in famiglia e si diploma. Si iscrive quindi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Statale di Milano, con l’idea di fare il medico in Africa, rendendo così tangibile il suo amore per il prossimo. Vede in quegli anni nell’arte un mezzo troppo lento a toccare il cuore delle persone al fine di ‘cambiare il mondo’.

Nel frattempo sposa Mariù e nasce Marika, ma tormentato, dopo poco lascia la famiglia.

Si laurea in Medicina e Chirurgia ma non raggiungerà mai l’ Africa. Vive e lavora a Milano dove cade in una profonda crisi esistenziale, non tocca un pennello per quindici anni cadendo in un profondo sconforto interiore.

Conosce la seconda moglie con la quale intraprende un delicato percorso di fede introdotto dalla carismatica figura di Padre Pio da Pietrelcina. Con Emanuela ha due figli, Sara ed Emanuele e finalmente riprende a dipingere perlopiù enormi tele di santi, papi, martiri e angeli ma anche nudi e ritratti su commissione.

A quarantun anni lascia anche la seconda famiglia inseguito dai suoi fantasmi interiori e riprende la pittura in modo ossessivo. Viaggia moltissimo per l’Europa dei musei, dell’arte,  per l’Africa e l’America sempre alla ricerca di cibo per l’anima.

In quella versione esuberante e creativa della vita sposa la terza moglie, Roselyn, una ragazza dell’ Avana che gli darà una figlia, Ginevra, che purtroppo però continuerà a vivere sull’isola caraibica.

Ora Vanni Martina Dosi vive vicino a Milano in mezzo alla natura e una musa, Alice, ne tempera gli umori, si addormenta mentre lui dipinge la notte per poi risvegliarsi all’alba e trovare l’opera finita, poiché l’arte, il più importante mezzo di comunicazione, è uno strumento per solisti.